Uncategorized / 22 Dicembre 2017 / by Vincenzo Vinciguerra

Fuorilegge il display gestisci-coda in Posta: svela il nome dell’addetto e lo controlla

Chi si ricorda l’innovativo sistema per prenotare il posto in coda in Posta anche da app, introdotto nel 2015? Ebbene, non solo quello ma l’intero sistema di gestione delle code delle Poste Italiane è stato messo al bando dal Garante della Privacyperché, secondo l’Authority, poneva in atto un “monitoraggio pervasivo e costante dei dipendenti” (qui l’intero provvedimento). Il caso, che certamente farà discutere, nasce dall’esposto di alcuni dipendenti di Poste che si erano rivolti al Garante per denunciare il fatto che il display luminoso collocato sopra lo sportello utilizzato per la gestione delle code, mostrasse anche il nome di battesimo (in alcuni casi il soprannome) dell’addetto e questo senza aver prima ottenuto un consenso all’utilizzo del dato. Negli intendimenti (ragionevoli) di Poste Italiane c’era il tentativo di avvicinare l’utenza ai servizi aziendali e all’addetto che prende in carico le esigenze del cliente, abbattendo la spersonalizzazione tipica dello sportello postale.

Ma gli approfondimenti del Garante hanno portato a un risultato ancora più imprevisto: l’ispezione ha infatti rivelato ben altri profili di illiceità del trattamento. Infatti il sistema di gestione delle code, visto che viene reso monitorabile anche dalla app (il cittadino può, anzi poteva, avere contezza dell’entità della coda e prendere un “bigliettino” virtuale per mettersi in fila anche da remoto), è ovviamente centralizzato. Il problema è che il pannello di controllo centralizzato, dal quale si può desumere anche la produttività di ogni ufficio postale o, volendo, anche i ritmi di lavoro di ogni operatore, è visibile all’azienda e a una serie decisamente ampia di addetti: pur con accessi differenziati per area geografica, le persone che potevano accedere al pannello di controllo sono state stimate in 12mila. Quello che il Garante ha giudicato come un “sistema di controllo a distanza del lavoratore” per la cui attivazione andavano stipulati opportuni accordi sindacali, cosa che non è stata fatta.

Per questo motivo, con decorrenza immediata, il sistema di gestione delle code degli uffici postali italiani è diventato fuorilegge, almeno nella sua forma attuale. Non dovrà più indicare il nome dell’operatore e men che meno condividere con l’ufficio centrale i dati sulla “produttività” dei singoli addetti. Probabilmente, a meno di sostanziose revisioni al processo e ai pannelli di controllo, il blocco farà svanire anche la possibilità di prenotare il proprio turno allo sportello attraverso lo smartphone, servizio che però apparentemente è ancora attivo. Ma in ogni caso, una volta giunti allo sportello, in nome della privacy, non potremo più sapere se stiamo parlando con Mario o con Giuseppe: siamo sicuri che sia meglio rivolgersi all’addetto XH721 per chiedergli se può aiutarci nell’invio di una raccomandata?

FONTE: http://www.dday.it/redazione/25203/fuorilegge-il-display-gestisci-coda-in-posta-svela-il-nome-delladdetto-e-lo-controlla

 

 

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Uncategorized @en / 22 Dicembre 2017 / by Vincenzo Vinciguerra

Fuorilegge il display gestisci-coda in Posta: svela il nome dell’addetto e lo controlla

Chi si ricorda l’innovativo sistema per prenotare il posto in coda in Posta anche da app, introdotto nel 2015? Ebbene, non solo quello ma l’intero sistema di gestione delle code delle Poste Italiane è stato messo al bando dal Garante della Privacyperché, secondo l’Authority, poneva in atto un “monitoraggio pervasivo e costante dei dipendenti” (qui l’intero provvedimento). Il caso, che certamente farà discutere, nasce dall’esposto di alcuni dipendenti di Poste che si erano rivolti al Garante per denunciare il fatto che il display luminoso collocato sopra lo sportello utilizzato per la gestione delle code, mostrasse anche il nome di battesimo (in alcuni casi il soprannome) dell’addetto e questo senza aver prima ottenuto un consenso all’utilizzo del dato. Negli intendimenti (ragionevoli) di Poste Italiane c’era il tentativo di avvicinare l’utenza ai servizi aziendali e all’addetto che prende in carico le esigenze del cliente, abbattendo la spersonalizzazione tipica dello sportello postale.

Ma gli approfondimenti del Garante hanno portato a un risultato ancora più imprevisto: l’ispezione ha infatti rivelato ben altri profili di illiceità del trattamento. Infatti il sistema di gestione delle code, visto che viene reso monitorabile anche dalla app (il cittadino può, anzi poteva, avere contezza dell’entità della coda e prendere un “bigliettino” virtuale per mettersi in fila anche da remoto), è ovviamente centralizzato. Il problema è che il pannello di controllo centralizzato, dal quale si può desumere anche la produttività di ogni ufficio postale o, volendo, anche i ritmi di lavoro di ogni operatore, è visibile all’azienda e a una serie decisamente ampia di addetti: pur con accessi differenziati per area geografica, le persone che potevano accedere al pannello di controllo sono state stimate in 12mila. Quello che il Garante ha giudicato come un “sistema di controllo a distanza del lavoratore” per la cui attivazione andavano stipulati opportuni accordi sindacali, cosa che non è stata fatta.

Per questo motivo, con decorrenza immediata, il sistema di gestione delle code degli uffici postali italiani è diventato fuorilegge, almeno nella sua forma attuale. Non dovrà più indicare il nome dell’operatore e men che meno condividere con l’ufficio centrale i dati sulla “produttività” dei singoli addetti. Probabilmente, a meno di sostanziose revisioni al processo e ai pannelli di controllo, il blocco farà svanire anche la possibilità di prenotare il proprio turno allo sportello attraverso lo smartphone, servizio che però apparentemente è ancora attivo. Ma in ogni caso, una volta giunti allo sportello, in nome della privacy, non potremo più sapere se stiamo parlando con Mario o con Giuseppe: siamo sicuri che sia meglio rivolgersi all’addetto XH721 per chiedergli se può aiutarci nell’invio di una raccomandata?

FONTE: http://www.dday.it/redazione/25203/fuorilegge-il-display-gestisci-coda-in-posta-svela-il-nome-delladdetto-e-lo-controlla

 

 

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