Uncategorized / 12 Gennaio 2017 / by Vincenzo Vinciguerra

Il Gabibbo non è un plagio della mascotte americana Big Red

Il Gabibbo, pupazzo-inviato di «Striscia la Notizia» non è il plagio di Big Red, mascotte sportiva della Western Kentucky University. Dopo 15 anni di battaglie legali, la Cassazione (sentenza 503) dà partita vinta a Mediaset e a Fininvest, assicurando ancora lunga vita al pupazzo giornalista del Tg satirico.

Secondo la Cassazione, intanto Big Red non è degno di protezione, perché somigliante a a tanti altri pupazzi. Da Barbapapà a Elmo dei Muppets, che come lui sono «goffi umanoidi, costituiti da una massa amorfa di colore rosso, con grande testa e occhi e bocca larga».

L’ideatore di Big Red, mascotte dell’ateneo americano, lo studente Ralph Carey, non è stato dunque così originale da meritare la protezione del diritto d’autore. Dando vita al suo personaggio di fantasia non ha, infatti, raggiunto la soglia di creatività minima per la tutela.

Detto questo, la Cassazione avrebbe anche potuto fermarsi. Ma i giudici, per una volta impegnati su aspetti diversi dai tratti della personalità degli imputati, si impegnano per scoprire le differenze tra i due personaggi.

Secondo i giudici la Western Kentucky University, avrebbe perso la causa anche se il “portafortuna” del club fosse stato oggetto di diritto d’autore. Ad escluderlo ci sono le differenze tra i due pupazzi a cominciare dalla loro personalità: uno tifoso di pallacanestro e un’altro giornalista. Non manca neppure qualche differenza estetica: dalla forma degli occhi all’assenza di scarpe da tennis, dal naso al taglio della bocca.

Gli americani, tramite le società che detengono i diritti di immagine di Big Red, avevano fatto causa a Mediaset e a Fininvest chiedendo di far sparire dallo schermo il molleggiato reporter di “stoffa” rossa, pena un risarcimento di 100 mila euro.

“Impietosa” la conclusione raggiunta per escludere la protezione «Big Red appare dunque un’espressione scontata e banale, per la semplicità delle linee e delle soluzioni grafiche, di idee formali realizzate».

Insomma Big Red e Gabibbo non sono speciali, ma solo dei pupazzi tra tanti.

fonte:

Il Gabibbo, pupazzo-inviato di «Striscia la Notizia» non è il plagio di Big Red, mascotte sportiva della Western Kentucky University. Dopo 15 anni di battaglie legali, la Cassazione (sentenza 503) dà partita vinta a Mediaset e a Fininvest, assicurando ancora lunga vita al pupazzo giornalista del Tg satirico.

Secondo la Cassazione, intanto Big Red non è degno di protezione, perché somigliante a a tanti altri pupazzi. Da Barbapapà a Elmo dei Muppets, che come lui sono «goffi umanoidi, costituiti da una massa amorfa di colore rosso, con grande testa e occhi e bocca larga».

L’ideatore di Big Red, mascotte dell’ateneo americano, lo studente Ralph Carey, non è stato dunque così originale da meritare la protezione del diritto d’autore. Dando vita al suo personaggio di fantasia non ha, infatti, raggiunto la soglia di creatività minima per la tutela.

Detto questo, la Cassazione avrebbe anche potuto fermarsi. Ma i giudici, per una volta impegnati su aspetti diversi dai tratti della personalità degli imputati, si impegnano per scoprire le differenze tra i due personaggi.

Secondo i giudici la Western Kentucky University, avrebbe perso la causa anche se il “portafortuna” del club fosse stato oggetto di diritto d’autore. Ad escluderlo ci sono le differenze tra i due pupazzi a cominciare dalla loro personalità: uno tifoso di pallacanestro e un’altro giornalista. Non manca neppure qualche differenza estetica: dalla forma degli occhi all’assenza di scarpe da tennis, dal naso al taglio della bocca.

Gli americani, tramite le società che detengono i diritti di immagine di Big Red, avevano fatto causa a Mediaset e a Fininvest chiedendo di far sparire dallo schermo il molleggiato reporter di “stoffa” rossa, pena un risarcimento di 100 mila euro.

“Impietosa” la conclusione raggiunta per escludere la protezione «Big Red appare dunque un’espressione scontata e banale, per la semplicità delle linee e delle soluzioni grafiche, di idee formali realizzate».

Insomma Big Red e Gabibbo non sono speciali, ma solo dei pupazzi tra tanti.

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Il Gabibbo non è un plagio della mascotte americana Big Red

Il Gabibbo, pupazzo-inviato di «Striscia la Notizia» non è il plagio di Big Red, mascotte sportiva della Western Kentucky University. Dopo 15 anni di battaglie legali, la Cassazione (sentenza 503) dà partita vinta a Mediaset e a Fininvest, assicurando ancora lunga vita al pupazzo giornalista del Tg satirico.

Secondo la Cassazione, intanto Big Red non è degno di protezione, perché somigliante a a tanti altri pupazzi. Da Barbapapà a Elmo dei Muppets, che come lui sono «goffi umanoidi, costituiti da una massa amorfa di colore rosso, con grande testa e occhi e bocca larga».

L’ideatore di Big Red, mascotte dell’ateneo americano, lo studente Ralph Carey, non è stato dunque così originale da meritare la protezione del diritto d’autore. Dando vita al suo personaggio di fantasia non ha, infatti, raggiunto la soglia di creatività minima per la tutela.

Detto questo, la Cassazione avrebbe anche potuto fermarsi. Ma i giudici, per una volta impegnati su aspetti diversi dai tratti della personalità degli imputati, si impegnano per scoprire le differenze tra i due personaggi.

Secondo i giudici la Western Kentucky University, avrebbe perso la causa anche se il “portafortuna” del club fosse stato oggetto di diritto d’autore. Ad escluderlo ci sono le differenze tra i due pupazzi a cominciare dalla loro personalità: uno tifoso di pallacanestro e un’altro giornalista. Non manca neppure qualche differenza estetica: dalla forma degli occhi all’assenza di scarpe da tennis, dal naso al taglio della bocca.

Gli americani, tramite le società che detengono i diritti di immagine di Big Red, avevano fatto causa a Mediaset e a Fininvest chiedendo di far sparire dallo schermo il molleggiato reporter di “stoffa” rossa, pena un risarcimento di 100 mila euro.

“Impietosa” la conclusione raggiunta per escludere la protezione «Big Red appare dunque un’espressione scontata e banale, per la semplicità delle linee e delle soluzioni grafiche, di idee formali realizzate».

Insomma Big Red e Gabibbo non sono speciali, ma solo dei pupazzi tra tanti.

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Il Gabibbo, pupazzo-inviato di «Striscia la Notizia» non è il plagio di Big Red, mascotte sportiva della Western Kentucky University. Dopo 15 anni di battaglie legali, la Cassazione (sentenza 503) dà partita vinta a Mediaset e a Fininvest, assicurando ancora lunga vita al pupazzo giornalista del Tg satirico.

Secondo la Cassazione, intanto Big Red non è degno di protezione, perché somigliante a a tanti altri pupazzi. Da Barbapapà a Elmo dei Muppets, che come lui sono «goffi umanoidi, costituiti da una massa amorfa di colore rosso, con grande testa e occhi e bocca larga».

L’ideatore di Big Red, mascotte dell’ateneo americano, lo studente Ralph Carey, non è stato dunque così originale da meritare la protezione del diritto d’autore. Dando vita al suo personaggio di fantasia non ha, infatti, raggiunto la soglia di creatività minima per la tutela.

Detto questo, la Cassazione avrebbe anche potuto fermarsi. Ma i giudici, per una volta impegnati su aspetti diversi dai tratti della personalità degli imputati, si impegnano per scoprire le differenze tra i due personaggi.

Secondo i giudici la Western Kentucky University, avrebbe perso la causa anche se il “portafortuna” del club fosse stato oggetto di diritto d’autore. Ad escluderlo ci sono le differenze tra i due pupazzi a cominciare dalla loro personalità: uno tifoso di pallacanestro e un’altro giornalista. Non manca neppure qualche differenza estetica: dalla forma degli occhi all’assenza di scarpe da tennis, dal naso al taglio della bocca.

Gli americani, tramite le società che detengono i diritti di immagine di Big Red, avevano fatto causa a Mediaset e a Fininvest chiedendo di far sparire dallo schermo il molleggiato reporter di “stoffa” rossa, pena un risarcimento di 100 mila euro.

“Impietosa” la conclusione raggiunta per escludere la protezione «Big Red appare dunque un’espressione scontata e banale, per la semplicità delle linee e delle soluzioni grafiche, di idee formali realizzate».

Insomma Big Red e Gabibbo non sono speciali, ma solo dei pupazzi tra tanti.

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