Uncategorized / 6 Novembre 2015 / by Vincenzo Vinciguerra

Il brevetto del Tutor torna in appello.

Un punto a favore di chi ritiene che il Tutor sia stato realizzato da Autostrade per l’Italia (Aspi) copiando un brevetto. È la conclusione cui porta la sentenza 22563/2015 , depositata dalla Prima sezione civile della Cassazione l’altro ieri, ultimo atto di un contenzioso la cui discussione è iniziata oltre sei anni fa (si veda Il Sole 24 Ore del 9 febbraio 2009) e ora torna alla Corte di appello di Roma (in composizione diversa da quella che si è già pronunciata), la cui precedente sentenza, cassata, è stata rinviata. Ci sono poi altri contenziosi in materia di brevetti che riguardano il sistema in grado di rilevare (anche) la velocità media dei veicoli in transito.

In ogni caso, per ora, non viene toccata la validità delle sanzioni irrogate col Tutor. Ciò probabilmente varrà anche dopo la seconda pronuncia della Corte di appello di Roma. Non sono però da escludere conseguenze quando si chiuderanno gli altri contenziosi. E occorre anche valutare se le vicende brevettuali non influiscano sulle gare d’appalto vinte negli anni passati da Aspi, come quella aggiudicata dall’Anas per la fornitura del sistema installato sulle statali Aurelia, Domiziana e Romea. Aspi non ha rilasciato alcun commento.

La vicenda-madre, giunta fino in Cassazione, riguarda l’azione civile per la presunta contraffazione di un brevetto registrato alla fine degli anni Novanta da una piccola azienda fiorentina, la Craft. Il sistema brevettato riguardava proprio la misurazione della velocità media, secondo uno schema analogo a quello che poi si è visto sulle strade dal 2005, quando furono installati i primi Tutor.

Nei primi due gradi di giudizio, la validità del brevetto Craft è stata riconosciuta, ma senza affermare che Aspi avesse commesso una contraffazione (integrale o per equivalente). La sentenza d’appello ora è stata giudicata «palesemente contraddittoria».

Da una parte – fa notare la Cassazione – vi si afferma che in discussione c’era la rilevanza tecnica di quella che di fatto era l’unica differenza tra il Tutor e il sistema originariamente brevettato dalla Craft: l’uso di spire induttive (annegate nell’asfalto) per rilevare il passaggio dei veicoli e riconoscere a quele categoria appartengono, operazione che invece nel sistema brevettato viene svolta solo da telecamere collegate a un software di riconoscimento ottico (le telecamere del Tutor servono solo per leggere le targhe). In questo caso, la contraffazione sarebbe per equivalente (cioè sostituendo una parte non fondamentale del sistema con una di funzionalità analoga).

Dall’altra parte, invece, la stessa sentenza d’appello afferma che la Craft non aveva mai dedotto che i due sistemi fossero identici o comunque “legati” dal fatto che le spire sono intercambiabili con i sensori ottici.

L’incoerenza sta nel fatto che la presenza delle spire invece dei sensori ottici era stata implicitamente riconosciuta come decisiva. Questo presuppone che gli altri componenti che compongono il Tutor e il sistema brevettato siano uguali. Anche perché i giudici d’appello non hanno dato alcuna motivazione che escludesse tale uguaglianza, nonostante potessero decidere non solo sulla base della documentazione prodotta dalle parti ma anche col confortodi una consulenza tecnica.

fonte: http://www.quotidianodiritto.ilsole24ore.com/art/civile/2015-11-05/il-brevetto-tutor-torna-appello-multe-ancora-valide–202500.php?uuid=ACcosPUB&cmpid=nlql

Uncategorized @en / 6 Novembre 2015 / by Vincenzo Vinciguerra

Il brevetto del Tutor torna in appello.

Un punto a favore di chi ritiene che il Tutor sia stato realizzato da Autostrade per l’Italia (Aspi) copiando un brevetto. È la conclusione cui porta la sentenza 22563/2015 , depositata dalla Prima sezione civile della Cassazione l’altro ieri, ultimo atto di un contenzioso la cui discussione è iniziata oltre sei anni fa (si veda Il Sole 24 Ore del 9 febbraio 2009) e ora torna alla Corte di appello di Roma (in composizione diversa da quella che si è già pronunciata), la cui precedente sentenza, cassata, è stata rinviata. Ci sono poi altri contenziosi in materia di brevetti che riguardano il sistema in grado di rilevare (anche) la velocità media dei veicoli in transito.

In ogni caso, per ora, non viene toccata la validità delle sanzioni irrogate col Tutor. Ciò probabilmente varrà anche dopo la seconda pronuncia della Corte di appello di Roma. Non sono però da escludere conseguenze quando si chiuderanno gli altri contenziosi. E occorre anche valutare se le vicende brevettuali non influiscano sulle gare d’appalto vinte negli anni passati da Aspi, come quella aggiudicata dall’Anas per la fornitura del sistema installato sulle statali Aurelia, Domiziana e Romea. Aspi non ha rilasciato alcun commento.

La vicenda-madre, giunta fino in Cassazione, riguarda l’azione civile per la presunta contraffazione di un brevetto registrato alla fine degli anni Novanta da una piccola azienda fiorentina, la Craft. Il sistema brevettato riguardava proprio la misurazione della velocità media, secondo uno schema analogo a quello che poi si è visto sulle strade dal 2005, quando furono installati i primi Tutor.

Nei primi due gradi di giudizio, la validità del brevetto Craft è stata riconosciuta, ma senza affermare che Aspi avesse commesso una contraffazione (integrale o per equivalente). La sentenza d’appello ora è stata giudicata «palesemente contraddittoria».

Da una parte – fa notare la Cassazione – vi si afferma che in discussione c’era la rilevanza tecnica di quella che di fatto era l’unica differenza tra il Tutor e il sistema originariamente brevettato dalla Craft: l’uso di spire induttive (annegate nell’asfalto) per rilevare il passaggio dei veicoli e riconoscere a quele categoria appartengono, operazione che invece nel sistema brevettato viene svolta solo da telecamere collegate a un software di riconoscimento ottico (le telecamere del Tutor servono solo per leggere le targhe). In questo caso, la contraffazione sarebbe per equivalente (cioè sostituendo una parte non fondamentale del sistema con una di funzionalità analoga).

Dall’altra parte, invece, la stessa sentenza d’appello afferma che la Craft non aveva mai dedotto che i due sistemi fossero identici o comunque “legati” dal fatto che le spire sono intercambiabili con i sensori ottici.

L’incoerenza sta nel fatto che la presenza delle spire invece dei sensori ottici era stata implicitamente riconosciuta come decisiva. Questo presuppone che gli altri componenti che compongono il Tutor e il sistema brevettato siano uguali. Anche perché i giudici d’appello non hanno dato alcuna motivazione che escludesse tale uguaglianza, nonostante potessero decidere non solo sulla base della documentazione prodotta dalle parti ma anche col confortodi una consulenza tecnica.

fonte: http://www.quotidianodiritto.ilsole24ore.com/art/civile/2015-11-05/il-brevetto-tutor-torna-appello-multe-ancora-valide–202500.php?uuid=ACcosPUB&cmpid=nlql