Uncategorized / 7 Giugno 2016 / by Vincenzo Vinciguerra

L’Antitrust contro la Siae: aprire il mercato all’Europa

Aprire il mercato della gestione dei diritti d’autore a una molteplicità di soggetti, superando lo storico monopolio Siae. Nel dibattito sempre più acceso sulle collecting societies – dopo i rumorosi addii alla Società autori ed editori di alcuni cantanti di fama – irrompe anche l’Antitrust.

L’authority con il provvedimento del 1° giugno, pubblicato ieri sul sito istituzionale, ha invitato il Parlamento a dar corso al pieno recepimento della direttiva europea 2014/26/Ue sulla «gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno». Secondo l’Antitrust, infatti, la legge di delegazione europea 2015 approvata dalla Camera e attualmente in discussione in Senato (A.S. 2345), sul punto non soddisfa pienamente i dettami continentali soprattutto perchè non consente di «intervenire sul regime di monopolio della Siae» in materia di gestione e di amministrazione dei diritti degli artisti.

Dopo aver bollato «discipline, come quella italiana, risalenti nel tempo e ormai inadeguate sotto molti aspetti rispetto alle nuove prospettive di utilizzo delle opere» – soprattutto in tema di musica online – l’authority di Giovanni Pitruzzella spiega che «è evidente come la costruzione di un mercato unico della gestione collettiva dei diritti su opere musicali – non solamente online – non possa essere raggiunto senza un adeguato livellamento del playing field, che riguardi il complesso degli operatori comunitari senza tenere conto dei confini nazionali». L’Antitrust rileva in sostanza che in un contesto economico «caratterizzato da profondi cambiamenti tecnologici, la mancata apertura del mercato nazionale della gestione dei diritti limita la libertà d’iniziativa economica degli operatori e la libertà di scelta degli utilizzatori. Il mantenimento del monopolio legale appare, infatti, in contrasto con l’obiettivo di rendere effettiva la libertà dei titolari del diritto di effettuare una scelta tra una pluralità di operatori in grado di competere senza discriminazioni».

La legge di delegazione europea sarebbe quindi un’ottima occasione per decidere una reale apertura del mercato, scrive Pitruzzella, dopo il tentativo già fatto e riuscito per la gestione dei diritti connessi al diritto d’autore, con il decreto legge 1/2014 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività).

Nello specifico, l’Antitrust suggerisce «l’incentivazione dell’utilizzo di nuovi strumenti di rendicontazione analitica delle utilizzazioni», per rendere più semplice e puntuale la ripartizione dei proventi tra gli aventi diritto, specialmente se chi fruisce delle opere «attinge da repertori gestiti da più imprese». In sostanza, chiosa Pitruzzella, dovrebbe garantirsi la «massima trasparenza nell’intermediazione e nella gestione dei diritti d’autore, con la più ampia facoltà di verifica possibile da parte dei titolari dei diritti», tanto per rendere ancora più chiara la totale bocciatura del sistema monopolistico della Siae.

Siae che ha respinto al mittente e a stretto giro di posta le pesanti censure del “custode” del mercato. La Società «rispetta l’opinione dell’Antitrust ed è naturalmente pronta ad adeguarsi alle decisioni del Parlamento. Tuttavia Siae si permette di far notare come il Parlamento Europeo, la Commissione Europea e la Corte di Giustizia Europea abbiano chiarito come la Direttiva sia compatibile con l’esclusiva e sottolineato che una esclusiva non è di ostacolo alla crescita del mercato del diritto d’autore e anzi ne presidia lo sviluppo. Ne è dimostrazione che quello italiano è il mercato che nel 2015 ha registrato il maggiore tasso di crescita a livello europeo».

Ovviamente di tutt’altro tenore è invece la presa di posizione di Davide d’Atri, amministratore delegato di Soundreef (il concorrente “britannico” di Siae): «Il parere dell’Antitrust conferma la bontà della nostra tesi, che del resto sta alla base della nascita stessa della società. Il regime di esclusiva nella gestione dei diritti d’autore, lo dice anche l’Antitrust, è anacronistico e per niente al passo colle nuove esigenze del mercato musicale».

fonte: http://www.quotidianodiritto.ilsole24ore.com/art/parlamento-e-giustizia/2016-06-06/l-antitrust-contro-siae-aprire-mercato-all-europa–214337.php?uuid=ADaB1HX

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L’Antitrust contro la Siae: aprire il mercato all’Europa

Aprire il mercato della gestione dei diritti d’autore a una molteplicità di soggetti, superando lo storico monopolio Siae. Nel dibattito sempre più acceso sulle collecting societies – dopo i rumorosi addii alla Società autori ed editori di alcuni cantanti di fama – irrompe anche l’Antitrust.

L’authority con il provvedimento del 1° giugno, pubblicato ieri sul sito istituzionale, ha invitato il Parlamento a dar corso al pieno recepimento della direttiva europea 2014/26/Ue sulla «gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi e sulla concessione di licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali per l’uso online nel mercato interno». Secondo l’Antitrust, infatti, la legge di delegazione europea 2015 approvata dalla Camera e attualmente in discussione in Senato (A.S. 2345), sul punto non soddisfa pienamente i dettami continentali soprattutto perchè non consente di «intervenire sul regime di monopolio della Siae» in materia di gestione e di amministrazione dei diritti degli artisti.

Dopo aver bollato «discipline, come quella italiana, risalenti nel tempo e ormai inadeguate sotto molti aspetti rispetto alle nuove prospettive di utilizzo delle opere» – soprattutto in tema di musica online – l’authority di Giovanni Pitruzzella spiega che «è evidente come la costruzione di un mercato unico della gestione collettiva dei diritti su opere musicali – non solamente online – non possa essere raggiunto senza un adeguato livellamento del playing field, che riguardi il complesso degli operatori comunitari senza tenere conto dei confini nazionali». L’Antitrust rileva in sostanza che in un contesto economico «caratterizzato da profondi cambiamenti tecnologici, la mancata apertura del mercato nazionale della gestione dei diritti limita la libertà d’iniziativa economica degli operatori e la libertà di scelta degli utilizzatori. Il mantenimento del monopolio legale appare, infatti, in contrasto con l’obiettivo di rendere effettiva la libertà dei titolari del diritto di effettuare una scelta tra una pluralità di operatori in grado di competere senza discriminazioni».

La legge di delegazione europea sarebbe quindi un’ottima occasione per decidere una reale apertura del mercato, scrive Pitruzzella, dopo il tentativo già fatto e riuscito per la gestione dei diritti connessi al diritto d’autore, con il decreto legge 1/2014 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività).

Nello specifico, l’Antitrust suggerisce «l’incentivazione dell’utilizzo di nuovi strumenti di rendicontazione analitica delle utilizzazioni», per rendere più semplice e puntuale la ripartizione dei proventi tra gli aventi diritto, specialmente se chi fruisce delle opere «attinge da repertori gestiti da più imprese». In sostanza, chiosa Pitruzzella, dovrebbe garantirsi la «massima trasparenza nell’intermediazione e nella gestione dei diritti d’autore, con la più ampia facoltà di verifica possibile da parte dei titolari dei diritti», tanto per rendere ancora più chiara la totale bocciatura del sistema monopolistico della Siae.

Siae che ha respinto al mittente e a stretto giro di posta le pesanti censure del “custode” del mercato. La Società «rispetta l’opinione dell’Antitrust ed è naturalmente pronta ad adeguarsi alle decisioni del Parlamento. Tuttavia Siae si permette di far notare come il Parlamento Europeo, la Commissione Europea e la Corte di Giustizia Europea abbiano chiarito come la Direttiva sia compatibile con l’esclusiva e sottolineato che una esclusiva non è di ostacolo alla crescita del mercato del diritto d’autore e anzi ne presidia lo sviluppo. Ne è dimostrazione che quello italiano è il mercato che nel 2015 ha registrato il maggiore tasso di crescita a livello europeo».

Ovviamente di tutt’altro tenore è invece la presa di posizione di Davide d’Atri, amministratore delegato di Soundreef (il concorrente “britannico” di Siae): «Il parere dell’Antitrust conferma la bontà della nostra tesi, che del resto sta alla base della nascita stessa della società. Il regime di esclusiva nella gestione dei diritti d’autore, lo dice anche l’Antitrust, è anacronistico e per niente al passo colle nuove esigenze del mercato musicale».

fonte: http://www.quotidianodiritto.ilsole24ore.com/art/parlamento-e-giustizia/2016-06-06/l-antitrust-contro-siae-aprire-mercato-all-europa–214337.php?uuid=ADaB1HX

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